Anno: 2020
BATTERIE IN FORMA
Come tenere in forma la batteria dell’auto
“Riportiamo articolo della rivista automobilistica Alvolante pubblicato ad Aprile 2020, periodo che ha messo a durissima prova anche le batterie delle nostre auto ! “
In questo periodo nel quale l’uso dell’auto è limitato dall’emergenza sanitaria la batteria necessita di attenzioni particolari per evitare che si scarichi.
BATTERIE IN LETARGO - Con il divieto agli spostamenti non indispensabili, e con migliaia di attività lavorative ferme, gli italiani sono costretti a restare in casa e ad usare le loro auto il meno possibile. Questa situazione rischia di avere conseguenze negative per alcune parti della vettura, come la batteria, che potrebbe scaricarsi e quindi non consentirci l’uso dell’auto in una situazione di emergenza. Le auto più recenti, infatti, sono infarcite di dispositivi che migliorano comfort e sicurezza, ma assorbono parecchia corrente.
DUE CAVI PER RISOLVERE LE EMERGENZE - Prima di intervenire di persona sulla batteria, consultate il libretto di uso e manutenzione dell’auto, che fornisce suggerimenti per evitare imprevisti: i più dettagliati spiegano (anche con illustrazioni) come posizionare i cavi per fare partire la vettura, oltre che come smontarla o ricaricarla. Per fare il “ponte”, la batteria “donatrice” deve avere almeno la stessa capacità di quella esaurita. Per collegare i poli (foto qui sopra), usate cavi di diametro non inferiore a 10 mm: si parte con quello rosso, fissando una pinza sul “+” dell’accumulatore scarico e poi sullo stesso polo di quello carico. L’identica sequenza va seguita con il cavo nero, che collegherà i poli “-”. Poi, avviare l’auto “carica” e, quindi, quella bloccata. Quando il motore di quest’ultima sarà ripartito, si potranno scollegare le due batterie invertendo la sequenza (prima il “-” poi il “+”). Attenzione: collegare con i cavi due poli opposti crea un pericoloso cortocircuito.
IL CARICA BATTERIE - Se far ripartire l’auto può servire per coprire un’eventuale emergenza è bene sapere che quella batteria potrebbe riscaricarsi di nuovo. A questo punto le opzioni sono due: la prima cosa è provare a ripristinare la carica con apposito caricabatterie per auto (foto qui sopra). In commercio ne esistono molti modelli e sono facilmente reperibili sui principali siti di ecommerce: le marche più diffuse sono Bosch, Ctek, Techmate, Marelli, Exide. I più moderni caricabatteria, che rimettono in sesto un accumulatore scarico in qualche ora, fanno anche da mantenitori automatici. Collegati a una presa di corrente, garantiscono che la carica sia sempre al massimo; oltre alla comodità, offrono il modo migliore per garantire lunga vita a una batteria. Considerando il disagio che comporta ritrovarsi col motore che non si avvia e il prezzo di un accumulatore nuovo, un mantenitore conviene senz’altro a chi ha una vettura che resta a lungo ferma in un garage dotato di presa.
SI TROVANO ANCHE ONLINE - Se il caricabatterie non riuscisse nel recupero, allora la batteria è irrimediabilmente compromessa e non resta che sostituirla. È fondamentale che la nuova sia identica a quella vecchia nelle sue misure (larghezza, lunghezza e altezza) e nella posizione dei morsetti (in qualche caso, ci sono batterie uguali ma con i morsetti posti sul lato opposto del coperchio superiore). Le etichette poste sulla batteria (foto qui sopra) riportano i dati di capacità (Ah) e corrente di spunto (A). Più alti sono e meglio è, ma non c’è da preoccuparsi troppo: basta che siano simili a quelli della vecchia batteria. In alcuni casi i siti dei produttori (i più noti sono Bosch, Fiamm, Marelli, Varta, Exide, Yuasa e altri) consentono di scegliere la batteria in base al modello di vettura, che poi può essere acquistata online senza muoversi da casa.
RISPETTATE LA “FAMIGLIA” - Le auto dotate del sistema Stop&Start hanno batterie specifiche, più robuste. In genere queste sono di due tipi. Le EFB (Enhanced Flooded Battery) garantiscono fino al triplo dei riavvii del motore rispetto ad accumulatori “normali”; poco sensibili al calore esterno, si possono montare nel vano motore. Meno adatte alle alte temperature sono le AGM (Absorbed Glass Mat, foto qui sopra): nelle loro celle, un elemento assorbente in fibra di vetro, inserito fra le piastre, trattiene come una spugna l’acido solforico, riducendone l’evaporazione. Proprio grazie a questa particolarità, oltre che per la presenza di valvole che limitano l’emissione di gas nocivi regolando i cicli di ricarica, le AGM possono essere collocate “al fresco”, di solito nel baule. Inoltre, essendo le più resistenti, possono far fronte alle esigenze di un alternatore “intelligente”, che ricarica la batteria nei rallentamenti per assorbire meno potenza dal motore. In caso di sostituzione di una di queste batterie (un’etichetta 5 aiuta a identificarle), è importante evitare di passare da una tipologia all’altra. E meno che mai a un accumulatore di tipo tradizionale, che comprometterebbe il funzionamento dello Stop&Start e si esaurirebbe molto presto.
NON SEMPRE LA POSSIAMO CAMBIARE - Una volta scelta la batteria, però, non sempre possiamo procedere alla sostituzione. I casi che si possono presentare sono tre.
- Se abbiamo un veicolo datato, senza sistema Stop&Start e una batteria tradizionale, possiamo procedere noi stessi alla sostituzione della batteria con una nuova. Quando la ricollegheremo, probabilmente dovremo resettare alcune impostazioni semplici come l’orologio, la radio, impostare la fine corsa dei finestrini e le preferenze come il profilo di guida e così via. Se questo non fosse possibile, per esempio se i finestrini restano bloccati, bisogna rivolgersi a un’officina.
- Se abbiamo un’auto con sistema Stop&Start e una batteria AGM o EFBdobbiamo accertarci che non richieda la registrazione della batteria nel BMS (Battery Management System), informazione che può essere verificata rivolgendosi alla propria officina di fiducia. Se così fosse possiamo procedere come nel caso precedente.
- Se invece il veicolo ha il sistema Stop&Start e una batteria AGM o EFB che richiede laregistrazione nel BMS, non bisogna assolutamente scollegare il polo negativo: in questo caso, infatti, se la batteria non viene poi correttamente registrata, il BMS non darà l’ok all’avviamento e si dovrà chiamare l’assistenza. In questo caso l’unica soluzione è quella di collegare un mantenitore di carica, oppure rivolgersi a un'officina.
Edito da miamacchina.it (ottobre 2020)
Fonte: alvolante.it (aprile 2020)
TARGHE 2020
La Targa prova si può usare solo su vetture non immatricolate
Un pronunciamento della Cassazione cambia l’uso della targa prova, che interessa tanti venditori di auto professionisti.
NON SI PUÒ PIÙ USARE - Questa volta la Corte di Cassazione si è pronunciata in modo definitivo. La targa prova non si potrà più usare sulle auto immatricolate. Una decisione che giunge dopo due anni di controversie tra il Ministero dell’Interno e quello dei Trasporti in attesa di un parere del Consiglio di Stato mai arrivato. Spazio dunque alla sentenza della Cassazione del 25 agosto scorso secondo la quale di eventuali danni derivanti dalla circolazione del veicolo targato, che circoli con targa prova, ne risponde solo l'assicuratore del veicolo e non la compagnia della targa di prova.
PAGA CHI È AL VOLANTE - In termini più semplici, in caso di incidente con una macchina usata non assicurata in vendita in una concessionaria il danno dovrà essere risarcito direttamente dal guidatore. Anche se sull’auto in questione c’era la targa prova. Come si può capire, la sentenza muta totalmente gli scenari sul mercato delle auto usate vendute da professionisti. Costringendo queste società a cambiare regole consolidate proponendo auto usate sempre assicurate e la targa prova solo per quelle non ancora immatricolate.
SCONTRO TRA MINISTERI - Va peraltro sottolineato che la sentenza riflette la circolare con cui il ministero dell’Interno nel 2018 aveva stabilito lo stesso principio. Principio poco gradito dal ministero dei Trasporti che autorizzava l’utilizzo generalizzato della targa prova da parte degli operatori del settore sia per i veicoli nuovi sia per quelli già immatricolati. Insomma due opinioni diametralmente opposte. Al punto che, come detto, si è deciso di sottoporre la questione al Consiglio di Stato, con conseguente decisione della Polizia Stradale di sospendere temporaneamente le sanzioni per circolazione senza assicurazione purché circolino con targa prova.
ASPETTANDO LA LEGGE - Sull’argomento esiste comunque un disegno di legge del il 14 novembre 2018, fermo in commissione trasporti alla Camera da oltre un anno che modificherebbe la norma di disciplina della circolazione dei veicoli in prova, allargando la possibilità di usare la targa prova anche sui veicoli già immatricolati. Una soluzione che senza dubbio aiuterebbe società e concessionarie coinvolte nella vendita dell’usato e che permetterebbe sensibili risparmi sulle coperture assicurative.
Pubblicato da miamacchina.it – ottobre 2020
Fonte: alvolante.it – settembre 2020
TUTTO PNEUMATICI
Pneumatici: tutto su indici di carico e codici di velocità
Cosa sono quelle cifre e quella lettera indicati sul fianco delle gomme dopo le dimensioni? E perché sono così importanti? Valgono anche per i pneumatici invernali?
IN VISTA DEL CAMBIO GOMME… - Sulla “taglia” dei pneumatici è vietato sgarrare: deve essere tra quelle riportate nella carta di circolazione, che generalmente permette di scegliere fra più misure (sono indicate nel riquadro 3, quello in basso a sinistra). Si rischia una sanzione da 422 a 1.697 euro in base all’articolo 78 del codice della strada e il ritiro del libretto stesso. Vale anche per le gomme invernali, anche se in questo caso è ammessa una deroga. E riguarda il codice di velocità. Ma prima di parlarne, vediamo nel dettaglio come si legge la misura di un pneumatico.
LE DIMENSIONI - In senso stretto, la misura di un pneumatico è indicata con una serie di numeri. Per esempio, 205/55 R 16 identifica una gomma con un battistrada largo 205 millimetri, una sezione o fianco alti all’incirca il 55% di 205 (ovvero 113 millimetri) e che va montata su un cerchio di 16 pollici. La “R” invece indica la costruzione radiale, da anni impiegata per le vetture stradali. In generale, più è largo il battistrada, più la gomma fa presa (parlando di asfalto asciutto); per contro, aumentano i consumi di carburante e la rumorosità. Il comfort si riduce anche riducendo l’altezza del fianco: pneumatici ribassati (con sezione /40 o inferiore) assorbono male le buche, a vantaggio invece della sportività. Lo stesso vale per l’aumento della misura del cerchio.
L’INDICE DI CARICO - Dopo la misura del cerchio, si trova un numero che corrisponde all’indice di carico, ovvero il peso massimo sopportabile da ciascuna ruota, che moltiplicato per quattro sarà ovviamente molto maggiore del peso complessivo dell’auto diviso, per avere un adeguato margine di sicurezza. Per sapere a quanti chilogrammi corrisponde, bisogna rifarsi alla tabella qui sotto. Per esempio, l’indice 91 equivale a 615 kg per ruota. Per quanto riguarda l’indice di carico, si può scegliere un valore uguale o superiore rispetto a quanto indicato dalla carta di circolazione. Mai inferiore, pena la sanzione dell’articolo 78 del Codice della Strada.
Indice di carico | Peso per ruota kg | Indice di carico | Peso per ruota kg | Indice di carico | Peso per ruota kg |
58 | 236 | 79 | 437 | 100 | 800 |
59 | 243 | 80 | 450 | 101 | 825 |
60 | 250 | 81 | 462 | 102 | 850 |
61 | 257 | 82 | 475 | 103 | 875 |
62 | 265 | 83 | 487 | 104 | 900 |
63 | 272 | 84 | 500 | 105 | 925 |
64 | 280 | 85 | 515 | 106 | 950 |
65 | 290 | 86 | 530 | 107 | 975 |
66 | 300 | 87 | 545 | 108 | 1000 |
67 | 307 | 88 | 560 | 109 | 1030 |
68 | 315 | 89 | 580 | 110 | 1060 |
69 | 325 | 90 | 600 | 111 | 1090 |
70 | 335 | 91 | 615 | 112 | 1120 |
71 | 345 | 92 | 630 | 113 | 1150 |
72 | 355 | 93 | 650 | 114 | 1180 |
73 | 365 | 94 | 670 | 115 | 1215 |
74 | 375 | 95 | 690 | 116 | 1250 |
75 | 387 | 96 | 710 | 117 | 1285 |
76 | 400 | 97 | 730 | 118 | 1320 |
77 | 412 | 98 | 750 | 119 | 1360 |
78 | 425 | 99 | 775 | 120 | 1400 |
IL CODICE DI VELOCITÀ - La lettera alla fine della misura è relativa al codice di velocità, equivalente (in base alla tabella qui sotto) alla punta massima per cui il pneumatico è omologato. Per esempio, “H” corrisponde a 210 km/h. Nel caso di codici W o Y, viene anche inserita nella misura la sigla ZR anziché R (lo stabilisce la direttiva europea 92/23). Anche per il codice di velocità, come per l’indice di carico, si può passare a valori superiori rispetto a quanto indicato sulla carta di circolazione. Tuttavia, nel caso dei pneumatici invernali (ma solo nel periodo dal 15 ottobre al 15 maggio, in base a quanto chiarito dalla circolare 1049 del 2014 del ministero dei trasporti) è consentito scendere fino al codice Q, che equivale a 160 km/h. In ogni caso occorre attaccare sulla plancia una “targhetta monitoria” (così la definisce la circolare 104/95 del ministero dei trasporti), ovvero un adesivo che ricordi il nuovo valore, anche se è superiore ai limiti consentiti sulle nostre autostrade e alla velocità massima dell’auto. In alcuni casi, nella carta di circolazione sono indicate apposite misure per i pneumatici invernali contraddistinte dalla sigla M+S in fondo.
Codice di velocità | km/h |
Q | 160 |
R | 170 |
S | 180 |
T | 190 |
U | 200 |
H | 210 |
V | 240 |
W | 270 |
Y | 300 |
M+S o FIOCCO DI NEVE? - La sigla M+S (o M/S o M-S) che sta per Mud&Snow, fango e neve proposito di gomme invernali, deve essere per legge riportata sul fianco dei pneumatici invernali. In realtà è utilizzata anche per diversi modelli per suv, che non sono “termici” ma mettono comunque al riparo dalle multe dove vige l’obbligo di transitare con gomme da neve o catene a bordo. Tuttavia, per viaggiare più sicuri in caso di nevicata, è bene cercare degli invernali “puri”. Che spesso sono contraddistinti dal simbolo col fiocco di neve all’interno di una montagna, il cosiddetto 3PMSF (3 peaks mountain snow flake): pur non essendo ancora obbligatorio in Italia, è utilizzato praticamente da tutti i costruttori di gomme.
Edito da miamacchina (ottobre 2020)
Fonte: alvolante.it (2018)
COVID19 E MOBILITA’
Gli italiani preferiscono l’auto privata a carsharing e mezzi pubblici
Grazie, preferisco la mia auto”. È questo, in sintesi, il titolo che potremmo dare analizzando le abitudini rispetto alla mobilità italiana degli ultimi mesi, contraddistinti dall’emergenza coronavirus-covid19. Meno carsharing, meno mezzi pubblici, più mezzi privati.
È quanto emerge da una ricerca condotta in sei Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna, con un campione di 3.000 utenti nel mese di agosto 2020) da OnePoll, commissionata dalla società di noleggio Leaseplan-CarNext.
“L’auto privata è la regina nel new normal. E durante la pandemia abbiamo anche assistito a un deciso spostamento verso l’e-commerce, con un terzo delle persone che ora sta pensando attivamente di acquistare la prossima auto online – ha sottolineato Jan Wouter Kleinjan, chief product & marketing officer di CarNext – Chiaramente si tratta di cambiamenti strutturali che dimostrano come l’acquisto di auto online non sia solo una tendenza temporanea, ma una parte essenziale della nuova normalità”.
Cosa ne pensano gli europei
Dati alla mano, emerge come addirittura l’81% delle persone interpellate ha scelto in linea di massima il trasporto privato contro l’utilizzo dei mezzi pubblici. Un altro 60%, invece, non valuta sicure le vetture di car sharing o di ride hailing (taxi o servizi con autista).
Passando alle vacanze, l’84% degli utenti ha espresso la propria preferenza sul guidare anziché volare. E ne sappiamo tutti qualcosa, con un’Italia quest’anno da tutto esaurito, anche se purtroppo con molte attività commerciali con le serrande abbassate. Senza il turismo internazionale, infatti, il nostro Paese non può certamente lavorare a pieno regime…
Un’altra conseguenza del lockdown è la crescita del gradimento dell’acquisto online che, relativamente anche al settore automotive, arriva a toccare il 31%.
Cosa ne pensano gli italiani
Sul fronte dei dati analizzati solo dagli intervistati in Italia, la tendenza resta la stessa anche se con percentuali diverse. Intanto, rispetto all’uso dell’auto privata a discapito dei mezzi pubblici siamo ancora più diffidenti: 89% contro 84%. Siamo invece un po’ meno intimoriti dall’usare auto in sharing o taxi (55% contro 60%), con un 9% che non ha alcuna paura.
Rispetto alla scelta di acquisto, il 27% degli italiani vorrebbero una vettura più grande, il 62% si dice soddisfatto di quella che ha e 1 persona su 10 (11%) la vorrebbe invece più piccola.
Ottobre 2020
Fonte: doctorglass.com